Scienziati d’accordo, la fine è vicina | Questo pesce è il messaggero di Dio: arrivato dagli abissi per avvertirci

Illustrazione della fine del mondo (Pixabay FOTO) - marinecue.it

Illustrazione della fine del mondo (Pixabay FOTO) - marinecue.it

Il messaggero della fine del mondo è arrivato, e ormai non ci sono più dubbi. La fine è più vicina di quanto immaginato.

La fine del mondo è uno di quei pensieri che ogni tanto saltano fuori, anche solo per curiosità. C’è chi la immagina come un’esplosione spettacolare, chi come un lento spegnersi delle cose. La verità? Nessuno lo sa davvero, ma la scienza ha qualche ipotesi.

Potrebbe succedere per mano nostra – guerre nucleari, collasso climatico, pandemie fuori controllo. O potrebbe arrivare da fuori: un asteroide, un’eruzione solare gigantesca, un evento cosmico imprevisto. Ci sono un sacco di scenari possibili, e quasi tutti sembrano usciti da un film.

Poi c’è la versione “astronomica”: tra miliardi di anni, il Sole si gonfierà e la Terra diventerà inabitabile. Non sarà proprio la “fine del mondo” come la si intende di solito, ma sarà comunque la fine di tutto ciò che conosciamo. Un addio lento, ma definitivo.

Alla fine, forse il punto non è quando o come finirà il mondo, ma cosa si fa finché c’è. Vivere bene, costruire cose che valgono, cercare di non distruggerlo prima del tempo. Ecco, magari questo sì che vale la pena pensarci.

La fine del mondo è vicina?

Ogni tanto ritorna. L’idea della fine del mondo spunta fuori come certi tormentoni estivi: ci si ride su, se ne parla al bar, poi ci si dimentica… finché qualcuno non riapre il discorso. Che sia un calendario antico, un film catastrofico o una nuova “profezia” su TikTok, il tema torna sempre. Forse perché un po’ ci affascina e un po’ ci fa paura.

Ci sono tante teorie, alcune anche con basi scientifiche serie: riscaldamento globale fuori controllo, epidemie su scala planetaria, una guerra nucleare che spazza via tutto, oppure un bel meteorite come ai tempi dei dinosauri. Altre invece sono più… fantasiose, come quella legata all’Oarfish.

Illustrazione di un Oarfish Regalecus glesne (Wikipedia Sandstein  FOTO) - marinecue.it
Illustrazione di un Oarfish Regalecus glesne (Wikipedia Sandstein FOTO) – marinecue.it

Una vera catastrofe…

Negli ultimi anni la scienza non è rimasta a guardare, anzi. Il cambiamento climatico, per esempio, non è più uno spauracchio da documentario: è qui, ed è già realtà. Le pandemie, poi, beh… dopo il 2020 è difficile chiamarle “ipotesi”. Anche il rischio di collisioni con oggetti spaziali è monitorato costantemente, anche se di solito passano a distanza di sicurezza (per fortuna).

Poi ci sono quelle storie un po’ più strane, come quella del cosiddetto “pesce apocalisse” raccontata da Esquire. Si tratta dell’Oarfish, una creatura marina lunga anche più di 10 metri, che ogni tanto viene trovata spiaggiata o avvistata in zone insolite. Secondo certe credenze giapponesi, la sua comparsa sarebbe un segnale di terremoti imminenti o disastri naturali.