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Ondulazioni controllate per spostare oggetti sull’acqua: la nuova tecnica che rivoluzionerà la ricerca e la navigazione

L’ambito della navigazione è pronto ad essere drasticamente sconvolto da un nuovo metodo strettamente correlato al comportamento delle onde

Un team internazionale di scienziati guidato dalla NTU (Nanyang Technological University) con sede a Singapore, ha concentrato i propri studi su un sistema che sarebbe in grado di manipolare le onde dell’acqua per far sì che le stesse risultino in grado di spostare gli oggetti galleggianti.

Stiamo parlando di un metodo che prevede ondulazioni controllate e che si fonda sulla generazione e sulla fusione delle onde d’acqua stesse, in modo da generare spirali e vortici idrici che possano contribuire al movimento e alla navigazione di ciascun oggetto si trovi a transitare sulle vicine acque.

Grazie ad alcuni esperimenti condotti in laboratorio è stato possibile scovare come i modelli impiegati abbiano la capacità di attirare a loro oggetti galleggianti siti nelle vicinanze, intrappolandoli perfino al loro interno. La loro azione, dunque, è paragonabile a quella di raggi traenti e permettono di trattenere gli elementi affinché gli stessi non raggiungano la deriva.

La particolarità dei modelli, emersa sin dalle prime sperimentazioni laboratoriali, è che riescono a mantenersi stabili malgrado la presenza di eventuali onde esterne, che potrebbero comprometterne l’integrità. Una tecnica esclusivamente fondata sulla fisica idrica, ma che agisce quasi come fosse una forza sovrannaturale.

L’importante ambizione rincorsa dagli scienziati

La significativa novità è stata pubblicata su Nature, all’interno di un articolo datato 5 febbraio 2025 in cui viene suggerita la possibilità che le onde d’acqua potranno, in futuro, venire effettivamente impiegate attraverso modalità sino ad ora inedite. Uno dei principali punti a favore di questa potenziale innovazione, ad esempio, sarebbe la capacità della tecnologia stessa di raccogliere liquidi e sostanze chimiche differenti dall’acqua che continuano a galleggiare all’interno dei bacini idrici, in modo da facilitare la pulizia degli stessi.

Non è da escludere – ed è effettivamente questo l’obiettivo sul lungo termine che gli scienziati sperano di raggiungere – che l’impiego del medesimo metodo potrà essere utilizzato per influenzare l’andamento e della navigazione, perfino delle grandi imbarcazioni. Questo sistema sarebbe capace di rendersi determinante nel “guidare” i grandi mezzi che transitano per i mari anche nei malaugurati casi di guasti o malfunzionamenti, permettendo comunque di completare la rotta. Il professore Shen Yijie della NTU di Singapore, tra i co-responsabili della ricerca, ha esposto come i risultati rappresentino un preliminare passo verso un mondo in cui la possibilità di modellare le onde risulti realmente concreta.

In cosa consiste l’ondulazione controllata (Freepik foto) – www.marinecue.it

Dove il metodo affonda le proprie radici

Yijie ha aggiunto che gli esperimenti condotti sono stati fondamentali a dimostrare l’utilizzo delle onde d’acqua anche per spostare gli oggetti galleggianti più piccoli, ma la ricerca, in futuro, si dovrà concentrare anche sulle onde contraddistinte da dimensioni ancora inferiori, come quelle su scala cellulare. Il nuovo metodo ipotizzato per il modellamento delle onde acquatiche si fonda su un lavoro precedentemente portato avanti dal professore associato Shen, fondato sull’utilizzo di onde luminose al fine di generare complesse strutture di luce.

E proprio grazie alla ricerca svolta da questa determinante figura, il nuovo gruppo di ricerca è riuscito ad applicare i principi precedentemente assorbiti nella nuova ricerca. Infatti, il lavoro per professor Shen aveva portato a sottolineare che il movimento dell’acqua essendo analogo a quello della luce potesse essere influenzato da onde.

Flavio Forlini

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