Il mare ha preso il posto di una strada importante | Dopo 7000 anni riemerge in tutta la sua bellezza: un crocevia per il commercio

Riemersa dal mare (pixabay.com) - www.marinecue.it
Una scoperta archeologica eccezionale mette in luce una via sommersa di 7. 000 anni fa, associata a un antico insediamento.
C’è qualcosa di profondamente affascinante e misterioso nel rinvenire segni di vita umana in luoghi dove oggi sembrano impensabili.
Camminare — in senso figurato — su un percorso secolare, risucchiato in passato dalle acque, è come affacciarsi su un tempo che pensavamo fosse perduto.
Tuttavia, a pochi metri sotto la superficie marina, la scienza archeologica ha riportato alla luce un’antica strada che offre uno sguardo inedito sulla storia primordiale.
E lo offre sulla cultura neolitica e sui suoi metodi di comunicazione. Capiamo come la pietra sommersa possa portare con sé storie più antiche di quello che ci aspettavamo.
Un insediamento ritrovato
Nel 2023, un team di ricerca condotto dal dottor Mate Parica dell’Università di Zara ha scoperto una via sommersa ben conservata, appartenente alla cultura neolitica di Hvar, fiorita nel Mediterraneo orientale circa 7. 000 anni fa. Grazie a indagini subacquee e a tecnologie di mappatura all’avanguardia, gli studiosi hanno documentato un tracciato largo circa quattro metri, con lastre di pietra disposte con cura per collegare la costa attuale di Korčula a un insediamento neolitico sommerso. Non era solo una semplice via di passaggio, ma un crocevia strategico per il commercio e la comunicazione del tempo.
Ma non finisce qui: secondo Modena Volta Pagina, la scoperta è diventata ancora più rilevante quando, a una profondità di circa 4-5 metri, è stato trovato un secondo insediamento neolitico! Gli oggetti rinvenuti, come lame di selce, punte di freccia e asce di pietra, raccontano di una vita ben organizzata, di una comunità con competenze costruttive avanzate e una cultura materiale già sofisticata per quell’epoca.

Un percorso riemerso
Come osservato, questa antica rete stradale narra di un’umanità che sapeva già costruire collegamenti, adattarsi e svilupparsi. Non è sfuggita, però, a chi ha commentato la scoperta una nota ironica: come evidenziato da Modena, la capacità umana di creare percorsi non è mai venuta meno, ma spesso ha portato anche a divisioni, confini, conflitti e congestione — simboli di un progresso che, talvolta, sembra dimenticare la propria origine collettiva.
Ciò che impressiona di più, tuttavia, è come il mare abbia in realtà custodito gelosamente il ricordo di una connessione. La strada sommersa è diventata di conseguenza un ponte tra diverse epoche, un frammento tangibile di un’era in cui l’uomo cercava ancora un modo più semplice di connettersi agli altri, senza rumori, ma con la necessaria consapevolezza del bisogno di restare uniti.