Christmas Island, i granchi rossi resistono ai cambiamenti di salinità

Illustrazione di un granchio rosso (Wikipedia DIAC images FOTO) - www.marinecue.it
I granchi rossi sono straordinari, e sono capaci di resistere ai cambiamenti di salinità. Un adattamento straordinario!
Se avete mai sentito parlare dei granchi rossi dell’Isola di Natale, sapete che non sono proprio animali discreti. Ogni anno, milioni di questi crostacei attraversano in massa strade, foreste e spiagge per raggiungere l’oceano e deporre le uova. È uno spettacolo incredibile, quasi surreale.
Ma dietro questa meraviglia si nasconde una domanda piuttosto importante: cosa succede a questi granchi quando il clima cambia? Non è solo una questione filosofica o teorica. Parliamo di temperature che salgono, piogge più intense e mari che cambiano composizione. Tutto questo potrebbe influenzare lo sviluppo delle uova, e se c’è un problema lì, beh… addio spettacolo.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Plymouth si è fatto proprio questa domanda, o almeno una sua versione più precisa: “Come reagiscono gli embrioni dei granchi rossi a un cambiamento di salinità dell’acqua?” Il timore, infatti, è che le forti piogge previste nei prossimi decenni possano diluire le acque costiere, rendendole meno salate e potenzialmente dannose per lo sviluppo embrionale.
Così, armati di una tecnologia chiamata “LabEmbryoCam” e di una discreta dose di pazienza, questi scienziati sono andati sull’isola, hanno preso alcune uova di granchio in fase avanzata e le hanno messe alla prova in acque con salinità diverse. Il tutto osservando attentamente cosa succedeva in quelle minuscole uova nel giro di 24 ore.
Dolce o salato?
L’idea di base era semplice: se abbassi la salinità dell’acqua, forse l’embrione del granchio ci mette più tempo a svilupparsi, o magari non si sviluppa affatto. Ma non è andata così. I ricercatori hanno messo gli embrioni in quattro tipi diversi di acqua, con salinità che andavano dal 100% (acqua di mare normale) fino al 25% (acqua molto diluita). Poi, con il LabEmbryoCam, hanno registrato ogni dieci secondi ciò che accadeva, come se avessero fatto un timelapse a livello micro. Risultato? Nessuna differenza sostanziale. Cuore che inizia a battere? Sempre nello stesso momento. Schiusa? Idem. Frequenza cardiaca? Praticamente invariata. Movimento dopo la nascita? Uguale.
Insomma, gli embrioni sembrano fregarsene della salinità, almeno in questa fase finale del loro sviluppo. Una bella notizia, tutto sommato. Vuol dire che, almeno su questo fronte, i granchi rossi potrebbero essere più resistenti di quanto pensassimo. Però, la ricerca è durata solo 24 ore e ha esaminato un solo fattore. E si sa, la vita di un granchietto appena nato è piena di sfide.

Troppe domande per una sola risposta
Il punto forte dello studio non è tanto il “tutto bene” finale, ma il metodo. Per la prima volta, è stato possibile osservare in dettaglio lo sviluppo embrionale di questi granchi in condizioni controllate direttamente sull’isola. E questo, da solo, è un piccolo grande traguardo. La tecnologia usata, il LabEmbryoCam, è stata spedita direttamente sull’Isola di Natale e installata sul posto. Ha permesso ai ricercatori di scattare una foto ogni 10 secondi a ogni embrione per un’intera giornata. Roba da maratona scientifica.
Questo tipo di analisi non si era mai fatto prima su questa specie, e ha dato un’idea molto precisa di come rispondono i piccoli granchi a un ambiente che cambia. Detto ciò, la ricerca va vista per quello che è: un primo passo. Lo studio ha guardato solo una finestra di tempo molto breve (24 ore), in una fase specifica dello sviluppo, e con un solo tipo di stress ambientale: la salinità. Ma in natura ci sono tanti altri fattori da considerare, come la temperatura, l’acidità dell’acqua, la presenza di inquinanti… insomma, il quadro è molto più complicato.