Tonno in scatola e rischio per la salute: le aziende europee rispettano le normative?

Tonno in scatola

Tonno in scatola (Freepik Foto)- www.marinecue.it

Sicurezza alimentare e sostanze sotto controllo: il caso del tonno in scatola.

In un mondo in cui l’alimentazione è sempre più connessa alla salute e al benessere, il tema della sicurezza alimentare è diventato centrale nel dibattito pubblico. Consumatori informati, normative sempre più severe e tecnologie di controllo avanzate hanno reso più trasparente la filiera alimentare, ma anche più esigente. Oggi ogni passaggio, dalla produzione al confezionamento, deve rispondere a standard rigorosi per garantire che il cibo sia non solo buono, ma anche sicuro.

A livello europeo e nazionale, le autorità sanitarie hanno sviluppato un sistema articolato per prevenire i rischi chimici, biologici e fisici nei prodotti alimentari. Il regolamento (CE) n. 178/2002 rappresenta uno dei capisaldi normativi, definendo la sicurezza alimentare come una priorità assoluta. In questo contesto, il ruolo delle aziende è fondamentale: devono dimostrare conformità continua, aggiornarsi sulle novità scientifiche e adottare pratiche che tutelino la salute dei consumatori.

Nonostante gli sforzi normativi e industriali, la percezione pubblica può essere facilmente influenzata da studi o inchieste  che mettono in luce potenziali rischi. Alcune sostanze, pur legali e regolamentate, diventano oggetto di preoccupazione mediatica. È il caso del bisfenolo A (BPA), un composto utilizzato nei rivestimenti di molti contenitori alimentari, da anni sotto osservazione per i suoi possibili effetti sulla salute.

Se da un lato è importante indagare su ogni elemento che possa avere un impatto sul consumatore, dall’altro è necessario evitare allarmismi non giustificati che possano minare la fiducia verso interi settori dell’industria alimentare. La verifica scientifica e il rispetto dei limiti di legge restano i parametri fondamentali per ogni valutazione.

Quando uno studio genera preoccupazione

Tonno in scatola
Tonno in scatola (Freepik Foto) – www.marinecue.it

Uno studio realizzato dalla rivista svizzera “Salvo”, ha portato all’attenzione pubblica la presenza di bisfenolo A in alcune marche di tonno in scatola vendute in Svizzera. I test hanno rilevato che in 8 prodotti su 14 esaminati erano presenti tracce della sostanza, in alcuni casi superiori al limite di migrazione specifica fissato dal regolamento europeo. La notizia ha generato reazioni contrastanti e una crescente attenzione verso le confezioni alimentari in metallo.

Lo studio ha evidenziato dati su diverse etichette, ma non tutte sono state coinvolte allo stesso modo. Tra i prodotti citati, è stato incluso anche il marchio Rio Mare, ma senza distinguere chiaramente tra campioni regolari e fuori norma, cosa che ha generato possibili fraintendimenti.

Rio Mare rispetta i limiti di legge

Secondo quanto comunicato dall’azienda, i prodotti Rio Mare risultano perfettamente conformi alle normative europee sulla migrazione dei materiali a contatto con gli alimenti. Ogni lotto viene sottoposto a controlli accurati, e le analisi certificate garantiscono che tutti i livelli rimangano ampiamente entro i limiti previsti dalla legge. Inoltre, le aziende produttrici di tonno in scatola dichiarano di non utilizzare bisfenolo A nelle lattine.

A differenza di quanto potrebbe far pensare lo studio citato, Rio Mare ha confermato la sicurezza e la qualità dei propri prodotti, ribadendo l’impegno a garantire trasparenza, tracciabilità e rispetto delle normative in ogni fase della produzione.