I coralli stanno morendo tutti | Il loro sacrificio vale la nostra salvezza: il mare si divora l’anidride carbonica

Illustrazione di coralli che stanno scomparendo (Pexels FOTO) - marinecue.it

Illustrazione di coralli che stanno scomparendo (Pexels FOTO) - marinecue.it

Purtroppo i coralli non stanno benissimo, ma bisogna fare qualcosa per salvarli e salvaguardarli. Non è una situazione semplice!

I coralli sembrano rocce o piante, ma in realtà sono fatti da minuscoli animaletti chiamati polipi. Vivono tutti insieme, formando vere e proprie colonie, e ognuno costruisce uno scheletro di calcio che, messo assieme a quello degli altri, diventa il corallo che conosciamo. Alcuni formano strutture gigantesche, come le barriere coralline.

Le barriere non sono solo belle da vedere: sono anche super importanti per l’oceano. Anche se occupano una piccolissima parte del mare, ospitano tantissime specie marine. Funzionano come rifugi, zone di riproduzione e fonte di cibo per pesci, crostacei e tanti altri animali.

I coralli possono riprodursi in due modi: sessualmente, rilasciando uova e sperma nell’acqua in massa (una roba spettacolare, tra l’altro), oppure asessualmente, dividendo i polipi. Questo permette alle colonie di crescere e rigenerarsi, anche in caso di piccoli danni.

Il problema è che oggi i coralli sono messi male. Il riscaldamento degli oceani, l’inquinamento e la pesca distruttiva li stanno danneggiando. Quando l’acqua diventa troppo calda, i coralli “sbiancano”, perdendo le alghe che li nutrono. E se la situazione non migliora, muoiono. Il che è un disastro per tutta la vita marina che dipende da loro.

Piccoli animali, grandi meraviglie

Quando si pensa ai coralli, la prima immagine che viene in mente è quella di paesaggi marini da sogno: acque turchesi, pesci colorati che nuotano tra rami rosa e gialli. Eppure dietro tutta quella bellezza ci sono creature piccolissime, i polipi, che lavorano come operai silenziosi per costruire queste architetture viventi. No, non sono né piante né sassi, ma animali veri e propri.

Come riportato da La Repubblica, ogni polipo si costruisce una specie di casetta di carbonato di calcio, e piano piano, generazione dopo generazione, si formano le barriere coralline. Quelle stesse barriere che, pur occupando solo lo 0,2% dell’intero oceano, ospitano quasi un terzo di tutta la vita marina. 

Illustrazione di una barriera corallina (Depositphotos foto)  - www.marinecue.it
Illustrazione di una barriera corallina (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Il paradosso che fa paura

Il problema, purtroppo, è che i coralli stanno male. Molto male. Come riportato da La Repubblica, le temperature dell’acqua che salgono, l’inquinamento, la pesca senza regole… tutto questo li stressa fino a fargli espellere le alghe con cui vivono in simbiosi. Ed è lì che iniziano a “sbiancare”.

Eppure, in mezzo a questo scenario drammatico, c’è un paradosso che lascia un po’ spiazzati. Secondo uno studio presentato all’European Geophysical Union, la morte dei coralli potrebbe aumentare la capacità degli oceani di assorbire anidride carbonica. Perché? Perché quando gli scheletri si dissolvono, rilasciano ioni carbonato che rallentano l’acidificazione. Quindi, sì, più CO₂ assorbita… ma al prezzo di perdere interi mondi sott’acqua.