Scoperta allarmante in Sicilia | La scomparsa dei pesci ha mani umane: sui fondali ce ne sono in centinaia

Pesci spariti

Pesci spariti (Canva foto) - www.marinecue.it

Sicilia sotto shock per una scoperta allarmante: centinaia di pesci spariti dai mari, ma sui fondali spunta la prova che la colpa è dell’uomo.

Il mare è una presenza costante nella vita dei siciliani. Non è solo una cartolina da ammirare: è lavoro, tradizione, identità. Ogni baia, ogni tratto di costa racconta storie di pesca, di famiglie che vivono di acqua salata e vento, di generazioni cresciute tra barche, reti e albe sullo Stretto. Ma anche chi non è nato in riva al mare sa quanto sia prezioso e delicato questo equilibrio.

Negli ultimi anni però, si è fatto sempre più urgente un tema che spesso passa in silenzio: la salute dei fondali marini. Perché se la superficie del mare sembra sempre uguale, sotto può nascondere ferite profonde. E il peggior nemico, purtroppo, siamo proprio noi. L’inquinamento, la pesca intensiva e le pratiche illegali stanno cambiando in fretta ciò che per secoli è rimasto stabile.

A volte ce ne accorgiamo solo quando è troppo tardi. Quando i pesci diminuiscono, quando le reti tirano su più plastica che altro, quando le onde iniziano a restituirci quello che abbiamo nascosto. E allora ci si rende conto che il mare non è infinito, e che la sua pazienza ha un limite.

Non è una questione che riguarda solo gli esperti o chi vive di pesca. È un tema che riguarda tutti, perché la salute del mare è la salute di tutti. E se comincia a darci segnali di sofferenza, è nostro dovere ascoltarli. Anche quando sono scomodi.

Reti fantasma e fondali feriti

Nelle acque dello Stretto, tra Capo Peloro e Rodia, sono tornate a riaffiorare tracce di attività illecite. I subacquei di Ecosfera, gruppo attivo nella tutela ambientale sottomarina, hanno trovato una rete da pesca abbandonata, di quelle usate nella pesca del cianciòlo. Non è la prima volta: già lo scorso anno la Guardia di Finanza aveva sequestrato attrezzature simili, durante un’operazione che coinvolse tre pescherecci.

La rete scoperta, lasciata a ridosso della costa e in acque troppo basse per la normativa, è un chiaro segnale che la pesca di frodo continua. Reti così, oltre a intrappolare pesci, danneggiano il fondale e tutto l’ecosistema marino. E mentre chi pesca illegalmente se ne va, i danni restano lì — visibili, tangibili, e spesso letali per la fauna marina.

Rete, mare
Rete fantasma (Canva foto) – www.marinecue.it

Un mare da salvare prima che sia troppo tardi

Sabato 17 maggio, alle 10 del mattino, l’associazione Ecosfera organizzerà una grande operazione di pulizia delle spiagge e dei fondali nei pressi dell’Istituto Marino di Mortelle, intitolata “Raccogli la bottiglia, salviamo il nostro mare”. Un’iniziativa concreta per restituire un po’ di respiro al mare.

Mentre le segnalazioni aumentano e la biodiversità locale soffre, azioni come questa diventano fondamentali. Non basta più indignarsi: servono mani, presenza, impegno. Perché se l’uomo ha causato il danno, può anche essere parte della soluzione. Purché si muova in tempo.