Alieni, spedizione negli abissi marini per scovarli | Hanno mandato un robot a 12.000 MT di profondità: ha scoperto l’impossibile

La NASA inventa i pesci robot - Marinecue.it (NASA)
L’esplorazione degli abissi marini: una nuova frontiera per la robotica subacquea, scoperte e tecnologie che aprono nuove finestre.
Gli abissi marini, con le loro condizioni estreme di immensa pressione, totale oscurità e temperature glaciali, rappresentano una delle ultime grandi frontiere inesplorate del nostro pianeta. Comprendere la vita e i fenomeni geologici che si celano in questi ambienti remoti è una sfida affascinante per la scienza.
Esplorare queste profondità estreme richiede tecnologie all’avanguardia e veicoli robotici altamente specializzati, capaci di resistere a condizioni che schiaccerebbero qualsiasi sottomarino non appositamente progettato. La ricerca e l’innovazione sono costantemente al lavoro per sviluppare nuove soluzioni.
Recentemente, un passo avanti significativo nella robotica subacquea ha permesso a un piccolo esploratore di raggiungere le profondità più estreme degli oceani, aprendo nuove prospettive sulla comprensione di un mondo che, per le sue peculiarità, può sembrare quasi “alieno” ai nostri occhi.
Questa nuova generazione di droni subacquei sta rivoluzionando il modo in cui gli scienziati possono studiare gli abissi, permettendo di raccogliere dati e osservazioni in ambienti precedentemente inaccessibili con tanta facilità.
Un drone subacqueo cinese sfida gli abissi: sopravvissuto alla Fossa delle Marianne
L’esplorazione delle profondità oceaniche ha raggiunto un nuovo traguardo grazie a un minuscolo ma rivoluzionario drone cinese. Questo esploratore hi-tech ha compiuto con successo una missione cruciale sul fondo della Fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda del mondo.
Sviluppato da ricercatori della Beihang University di Pechino, il drone è stato progettato con un’ingegneria innovativa che gli permette di resistere all’enorme pressione che si trova a tali profondità. La fonte indica che, a una profondità di circa 10 chilometri (10.000 metri), la pressione è paragonabile a quella di un robot che sopporta il peso di un intero iceberg. Il drone è riuscito a trasformare questa stessa debolezza (la pressione esterna) in un vantaggio, utilizzandola per la propria propulsione.

Design rivoluzionario e mobilità estrema: una nuova era per la robotica abissale
Il drone cinese protagonista di questa missione si distingue per il suo design rivoluzionario e la sua incredibile mobilità. Con soli 50 centimetri di lunghezza e un peso di appena 16 grammi, è molto più piccolo dei suoi predecessori, una caratteristica che gli permette di esplorare il fondale senza sollevare nubi di sedimento.
Il robot è dotato di “molle a memoria di forma” e di alette e gambe super-adattabili, che gli consentono di muoversi in due diverse modalità: può nuotare e planare attraverso l’acqua (raggiungendo una velocità massima di 5.5 cm al secondo) o gattonare lungo il fondale marino come un granchio (a 3 cm al secondo). Questa flessibilità lo rende estremamente versatile per diverse attività di esplorazione.