Mediterraneo, è allarme per un evento catastrofico imminente | Non sarebbe nemmeno la prima volta: stravolgimento totale

Onda anomala

Allerta maremoto, ecco cosa si rischia (Canva Foto) - www.marinecue.it

La superficie terrestre che conosciamo oggi è il risultato di milioni di anni di trasformazioni geologiche.

Erosioni, sollevamenti, fratture e accumuli hanno modellato ogni continente, ogni fondale oceanico. Il paesaggio attuale è solo uno dei tanti volti che il pianeta ha assunto nel tempo.

Molti di questi cambiamenti avvengono in modo graduale, impercettibile nella scala di una vita umana. Tuttavia, esistono eventi rari e violenti che hanno prodotto trasformazioni in tempi brevissimi, lasciando impronte profonde e spesso irreversibili. Sono i cosiddetti eventi catastrofici geologici.

Questi fenomeni possono essere innescati da variazioni climatiche, attività tettonica o da dinamiche idrogeologiche su scala planetaria. Quando più fattori si combinano, le conseguenze possono riscrivere interi ecosistemi, sconvolgere il clima e alterare profondamente la distribuzione della vita.

Studiare questi eventi è essenziale per comprendere i meccanismi del nostro pianeta, anticipare scenari futuri e interpretare il passato con maggiore precisione.

Un’inondazione dalle proporzioni planetarie

Circa 5,3 milioni di anni fa, lo Stretto di Gibilterra era chiuso da una barriera montuosa, isolando il Bacino Mediterraneo dall’Oceano Atlantico. In assenza di nuovi apporti d’acqua, il Mediterraneo si prosciugò quasi completamente, lasciando depositi spessi di sale e gesso: fu la Crisi di salinità del Messiniano.

A seguito di movimenti tettonici, quella barriera crollò. L’Atlantico cominciò a fluire nel bacino a una velocità stimata tra 68 e 100 milioni di metri cubi al secondo. Si tratta della più grande inondazione conosciuta nella storia geologica della Terra, capace di innalzare il livello del mare di 10 metri al giorno. Le acque scavarono canyon, generarono venti da tempesta tropicale e innescarono terremoti.

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Maremoto devastante, i rischi sono incredibili (Canva Foto) – www.marinecue.it

L’impatto ecologico e geodinamico

Il versante orientale del bacino era separato da una seconda barriera, la Scarpata di Malta. Quando l’acqua la superò, si riversò giù per una scarpata alta 1,5 chilometri, formando la più grande cascata mai esistita. I sedimenti trascinati coprirono il fondale, modificandolo in modo permanente.

L’evento segnò l’inizio dello Zancleano, una nuova fase geologica. Solo poche specie marine sopravvissero, rifugiate nei laghi residui. La biodiversità del nuovo Mediterraneo fu completamente diversa da quella precedente. Ancora oggi, il mare conserva tracce geochimiche e salinità anomala legate a quell’evento. L’inondazione zancleana rappresenta uno dei casi più estremi di ricolonizzazione ambientale nella storia del pianeta. L’alluvione zancleana fu un evento di trasformazione estrema, capace di rimodellare geologia, clima e biodiversità in pochi anni. Studiare fenomeni di tale portata permette di comprendere le dinamiche profonde del nostro pianeta e ci offre strumenti per interpretare i cambiamenti ambientali attuali e futuri. Le tracce lasciate da questa megainondazione sono ancora visibili nei fondali e nella composizione del Mediterraneo, testimoniando un momento unico nella storia della Terra, dove acqua, tempo e vita si sono ridefiniti.