Questa piccolissima isola disabitata è al centro di una battaglia internazionale | C’è solo sabbia, ma per la Cina è di fondamentale importanza

Illustrazione di un'isola (pixabay.com) - www.marinecue.it

Illustrazione di un'isola (pixabay.com) - www.marinecue.it

Non ci abita nessuno su quest’isola, eppure sembra essere molto importante per tantissime nazioni. Ma cosa sta succedendo?

Ci sono isole in mezzo al mare che, a prima vista, sembrano solo sassi disabitati battuti dal vento. Eppure, alcune di queste minuscole terre fanno litigare interi Paesi da anni, se non da secoli.

Spesso il motivo è strategico: controllare un’isola può voler dire controllare una rotta navale, una zona di pesca o addirittura giacimenti nascosti sotto il fondale. Altre volte è solo una questione di orgoglio nazionale o di storia mai davvero chiusa.

Un esempio? Le isole Senkaku (o Diaoyu), nel Mar Cinese Orientale: Giappone e Cina se le contendono da decenni. Oppure Perejil, uno scoglio quasi ridicolo vicino al Marocco, su cui Spagna e Marocco hanno avuto anche scontri militari.

Fa un po’ sorridere pensare a tutte queste tensioni per pezzi di terra senza neanche un abitante. Ma in politica, anche un piccolo scoglio può pesare come un continente.

Un gran trambusto per un mucchietto di sabbia

C’è questo posto nel Mar Cinese Meridionale, si chiama Sandy Cay. A vederlo così, non sembra granché: un banco di sabbia in mezzo all’acqua, nessuna casa, niente palme, neanche un gabbiano. Eppure, negli ultimi tempi è diventato una specie di punto caldo nelle relazioni internazionali. Strano vero? Ma si sa, certe cose non si misurano in metri quadrati.

Il fatto è che la Cina, senza troppi complimenti, ha piazzato lì la sua bandiera. Un gesto simbolico, sì, ma pure bello deciso. Come dire: “questo pezzetto di mare è nostro”. E subito dopo, boom, la reazione. Le Filippine e il Vietnam si sono messi di traverso, dicendo che no, non funziona così, che quel banco di sabbia non è affatto cinese. E intanto, attorno all’isolotto cominciano a girare le navi, soprattutto quelle con la bandiera rossa a cinque stelle.

Illustrazione di Sandy Cay (Wikipedia Sentinel Hub EO Browser (ESA) FOTO) - www.marinecue.it
Illustrazione di Sandy Cay (Wikipedia Sentinel Hub EO Browser (ESA) FOTO) – www.marinecue.it

 Quando anche la sabbia pesa in politica

Come riportato da IlPost.it, Sandy Cay non è un caso isolato, anzi. Fa parte delle isole Spratly, un arcipelago che è praticamente un campo minato diplomatico da anni. Tutti rivendicano qualcosa lì: c’è chi ci pesca, chi ci vuole costruire sopra, chi ci vede vantaggi strategici. Le Filippine, per esempio, avevano pensato di creare dei piccoli rifugi per i pescatori. Ma alla prima protesta della Cina, hanno lasciato perdere.

Poi, però, ci hanno ripensato. E hanno issato la loro bandiera sull’isolotto. Gesto forte, anche quello. Solo che a quel punto è intervenuto pure il Vietnam, che ha protestato contro entrambe le mosse. È un continuo gioco di equilibri, con un mucchio di sabbia in mezzo che vale molto più di quanto sembri.