No, questo non è il modo giusto per tenere a bada gli squali | Protezioni aggirate facilmente: le vere vittime sono altre specie

Illustrazione di uno squalo bianco (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Illustrazione di uno squalo bianco (Depositphotos foto) - www.marinecue.it

Come proteggere i bagnanti dagli squali in modo efficace ed etico? Il dibattito sui metodi di protezione riapre la discussione.

Nelle aree costiere frequentate sia dall’uomo che da specie marine come gli squali, la questione della sicurezza dei bagnanti è una priorità per le autorità locali. Si cercano costantemente metodi che possano minimizzare il rischio di incontri pericolosi, garantendo la tranquillità per chi si gode il mare e le spiagge.

Tradizionalmente, si è fatto ricorso a diverse strategie per questo scopo, incluse barriere fisiche o sistemi di controllo mirati. Tuttavia, con l’aumento della consapevolezza ambientale e l’affinamento delle conoscenze sul comportamento degli squali e degli ecosistemi marini, alcuni di questi metodi sono diventati oggetto di dibattito.

Sorgono interrogativi sulla loro reale efficacia nel prevenire gli attacchi e, soprattutto, sul loro impatto sulla vita marina, sollevando questioni etiche riguardo all’equilibrio tra la sicurezza umana e la conservazione delle specie marine.

Questo dibattito porta alla ricerca di soluzioni alternative, che siano non solo più efficaci nel proteggere i bagnanti, ma anche meno dannose per l’ambiente e per gli animali che popolano le acque costiere, promuovendo un approccio più sostenibile alla gestione del rischio.

Le reti anti-squalo: inefficaci, dannose e facilmente aggirabili

Uno dei metodi tradizionali per la protezione dalle incursioni degli squali, utilizzato da decenni in alcune aree costiere come le spiagge di Sydney in Australia, sono le reti anti-squalo. Tuttavia, studi recenti condotti da università e organizzazioni di conservazione evidenziano in modo crescente come queste reti si stiano dimostrando inefficaci come barriera e dannose per la fauna marina.

Le ricerche mostrano che le reti anti-squalo creano spesso un falso senso di sicurezza nei bagnanti, senza in realtà impedire agli squali di avvicinarsi alla costa. Vengono definite facilmente aggirabili dagli squali, che possono passare sopra o intorno a esse, rendendole una protezione inaffidabile. Ma il problema più grave è il danno che causano alla fauna marina. Le reti si trasformano in una vera e propria trappola per una vasta gamma di animali.

Illustrazione di uno squalo bianco (Depositphotos foto) - www.marinecue.it
Illustrazione di uno squalo bianco (Depositphotos foto) – www.marinecue.it

Alternative alle reti: metodi più efficaci e sicuri (per noi e per gli squali)

Data l’inefficacia delle reti anti-squalo come barriera e il loro impatto negativo sulla fauna marina (che le rende dannose), la ricerca si concentra sulla ricerca di alternative più efficaci per la sicurezza dei bagnanti e più rispettose della vita negli oceani. L’obiettivo è trovare un modo migliore per tenere a bada gli squali senza causare danni collaterali.

Tra le alternative considerate più efficaci e sicure (sia per noi che per gli squali) figurano due metodi principali: il monitoraggio tramite drum lines avanzate e l’uso di droni. Le drum lines moderne utilizzano sensori per segnalare l’avvicinamento di uno squalo, permettendo alle autorità di catturarlo, marchiarlo (tagging) e rilasciarlo lontano dalla costa; i bagnanti vengono avvisati tramite un’app dedicata se uno squalo taggato si avvicina. Il monitoraggio tramite droni, invece, prevede l’uso di droni che pattugliano regolarmente le spiagge dall’alto; i dati raccolti mostrano che il numero di attacchi crolla a zero quando i droni sono presenti in servizio.