Dopo anni di emergenza si vede la luce | Gli sforzi dei ricercatori hanno dato i loro frutti: verso la salvezza della Pinna Nobilis

Forte contributo al suo ripopolamento (depositphotos.com) - www.marinecue.it
Forte contributo al ripopolamento della Pinna nobilis, simbolo di biodiversità marina. Segnali positivi per la sua conservazione.
Nel cuore del Mar Mediterraneo, la Pinna nobilis, un mollusco che rappresenta un simbolo di biodiversità marina, ha dovuto affrontare una delle crisi più gravi degli ultimi decenni.
La popolazione di questa specie iconica, nel corso degli anni, è stata drasticamente ridotta, il che ha colpito duramente le acque costiere.
Tuttavia, a distanza di anni, l’importante ruolo svolto dai ricercatori starebbe manifestando i primi timidi ma cruciali segnali di speranza.
Gli interventi avviati hanno già dato i loro frutti, e ora giungono informazioni incoraggianti che fanno ben sperare in un possibile ritorno in grande di questa specie nelle acque dell’arcipelago.
Il progetto in azione
Come evidenziato dal sito ufficiale dedicato, il progetto europeo LIFE PINNA, avviato nel 2021, si propone di contrastare l’estinzione della Pinna nobilis attraverso una serie di azioni mirate che spaziano dal monitoraggio subacqueo all’analisi genetica degli esemplari ritrovati. La Sardegna, e in particolare il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, è uno degli epicentri di quest’iniziativa. Grazie alla collaborazione di esperti, subacquei e all’uso di tecnologie avanzate come i veicoli comandati a distanza (ROV), si è riusciti a individuare e monitorare diversi esemplari di Pinna nobilis in varie aree dell’arcipelago.
Il monitoraggio si è esteso anche ad altre isole dell’arcipelago, come Montecristo, Pianosa, Gorgona e Capraia, dove sono stati rinvenuti ulteriori esemplari. La scoperta di una Pinna nobilis a Cala Maestra, sull’isola di Montecristo, ha ulteriormente sollevato l’entusiasmo tra gli scienziati coinvolti.

Le sfide future e il ruolo della comunità
Nonostante i risultati incoraggianti, il cammino verso il ripopolamento e la protezione della Pinna nobilis rimane lungo e tortuoso. Come evidenziato da Elbareport, il patogeno Haplosporidium, il quale ha minacciato la specie, continua a costituire un pericolo reale, e la sua gestione richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e della comunità scientifica. Tuttavia, come ha dichiarato il Presidente del Parco, Dott. Giampiero Sammuri, c’è speranza che i segnali di recupero non vengano vanificati e che le aree con salinità più bassa possano trasformarsi in centri naturali di ripopolamento per la Pinna nobilis.
Un aspetto cruciale del progetto è il coinvolgimento della comunità. Subacquei, operatori marittimi e tutti coloro che hanno l’opportunità di esplorare le acque dell’arcipelago sono invitati a segnalare eventuali avvistamenti di Pinna nobilis. È fondamentale, però, chiarire che la Pinna nobilis non deve essere confusa con la Pinna rudis, un’altra specie analoga ma di dimensioni più contenute e con una conchiglia più rugosa.