Resurrezione di specie appena scoperte | Nel Mar Baltico tornano a vivere di nuovo dopo 7000 anni

Specie del Mar Baltico (Canva-Depositphotos fondo) - www.marinecue.it
Come delle specie rimaste nelle profondità marittime per millenni possono tornare in vita? Ecco la spiegazione dei biologi
Nel corso della storia degli esseri viventi, esistono numerosi esempi di interi gruppi di popolazioni che si sono estinti. Alla base di un simile avvenimento possono celarsi numerose cause.
Generalmente di origine naturale, ma sempre più frequentemente anche correlate alle attività antropiche, quali l’urbanizzazione e lo sfruttamento intensivo dell’agricoltura, che non consente alle specie di adattarsi ad un ambiente che non rappresenta più il proprio natìo.
Un altro esempio di attività umana causante lo spopolamento e l’immediatamente successiva estinzione è la caccia, considerando che, per quanto concerne determinate specie, queste sono state decimate volontariamente.
Ma esistono anche delle peculiari specie che riescono a rimanere nascoste per secoli o millenni, facendo perdere le proprie tracce sino a sembrare definitivamente estinte, nonostante le possibili sorprese che le stesse talvolta riservano.
Lo straordinario operato dei biologi
Il lavoro di un gruppo di ricercatori tedeschi ha permesso di riportare in vita degli organismi che erano precedentemente rimaste, di fatto, sepolte nelle profondità marittime per più di 7.000 anni. Stiamo parlando delle alghe del Mar Baltico, che non hanno ricevuto luce né ossigeno, tramutando il loro stato in quello di un letargo assoluto e duraturo. Per le cellule è stato possibile tornare nuovamente a vivere unicamente in presenza di condizioni favorevoli, che hanno permesso di tornare a fotosintetizzare e a moltiplicare la propria presenza.
A rendere pubblici i risultati derivanti da questo minuzioso lavoro è stato il The ISME Journal, che gli ha definiti come un unicum storico nell’ambito dell'”ecologia della resurrezione“, che si fonda sullo studio di metodi avanguardistici volti a riportare in vita anche gli organismi cellulari più antichi, in modo da studiarne e comprendere maggiori informazioni relativamente all’ambiente in cui gli stessi erano soliti vivere precedentemente.

Una sensazionale scoperta
A capo dello studio c’è la biologa Sarah Bolius dell’Istituto Leibniz per la ricerca sul Mar Baltico, che si è espressa così in merito: “È sorprendente: non solo sono sopravvissute, ma non hanno perso nulla in termini di vitalità“. Il prelevamento dei campioni è stato possibile dall’Eastern Gotland Deep, che risulta essere una delle zone in assoluto più profonde dell’intero baltico, dove specifiche caratteristiche ambientali quali la presenza inesistente di ossigeno o di luce hanno, di fatto, svolto una funzione da protettrici delle cellule, che si sarebbero altrimenti decomposte.
Il più antico campione analizzato ad aver presentato segni di vita risalirebbe addirittura a 6.871 anni fa. Si è trattato di un rilevamento fondamentale al fine di comprendere in maniera più approfondita la storia dei differenti ecosistemi, a partire dalla temperatura e dalla salinità che caratterizzavano il Baltico millenni a dietro. A scriverlo è Futurism.