Dopo la coltivazione di funghi nello Spazio, arriva un’altra novità | Sul nostro satellite inizia l’allevamento di questi pesci

Una "missione" speciale (pixabay.com) - www.marinecue.it
Una nuova forma di coltura sperimentale promette di trasformare il menu degli astronauti e, forse, persino il nostro!
In uno spazio sospeso tra il possibile e l’inverosimile, ogni dettaglio è architettato, ogni margine d’errore è calcolato e ogni conseguenza inattesa è percepita come opportunità.
La missione? Garantire la sopravvivenza e il benessere in condizioni estreme, apportando nel contempo benefici indiretti anche sulla Terra.
Sembra un film ma è così: un’iniziativa in grado di rivoluzionare non soltanto il modo in cui prospereremo altrove, ma anche il nostro approccio all’alimentazione qui, sul “pianeta blu”.
Mentre l’umanità si prepara a costruire nuove abitazioni oltre la Terra, sta già gettando le fondamenta per un futuro in cui nulla si spreca, e ogni organismo è un ingranaggio essenziale alla nostra sopravvivenza collettiva.
Strani allevamenti sulla Luna
L’idea, condivisa da Agi e ripresa dal Guardian, porta un nome che sembra uscito da un romanzo di Jules Verne: Lunar Hatch. Questo progetto ha preso vita in un laboratorio vicino a Palavas-les-Flots, nel sud della Francia, dove vengono allevate uova di branzino con l’intento di inviarle nello spazio. L’obiettivo finale? Creare i primi allevamenti di pesce direttamente sulla Luna! L’ideatore di questa visionaria iniziativa è Cyrille Przybyla, biologo marino dell’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca Oceanica.
La prima tappa di questo viaggio ambizioso prevede l’invio delle uova nello spazio e la loro schiusa durante il tragitto verso la Stazione Spaziale Internazionale, dove i pesci saranno osservati, congelati e riportati sulla Terra. Tuttavia, l’obiettivo finale è stabilire un allevamento permanente, all’interno di una struttura progettata specificamente da un consorzio di agenzie spaziali. Le attuali stime indicano la necessità di circa due porzioni di pesce a settimana per ciascuno dei sette astronauti, in missioni di 16 settimane: si calcolano almeno 200 branzini per ciclo alimentare!

Cibo oggi, soluzione domani
Non è certo la prima volta che dei pesci vengono inviati nello spazio: riporta l’Agi che i precedenti includono i mummichog della missione Apollo del 1973 e i pesci zebra spediti nel 2024 sulla stazione cinese Tiangong. Tuttavia, Lunar Hatch ha grandi ambizioni, mirando a creare una catena alimentare a ciclo chiuso, capace di rigenerarsi e autosostenersi (vero elemento chiave del progetto). L’acqua delle vasche proviene dal ghiaccio lunare, le feci dei pesci alimentano gamberetti e vermi, e i rifiuti vengono riutilizzati per produrre microalghe e zooplancton, dando vita a un sistema in cui ogni elemento diventa risorsa vicendevole dell’altro.
In termini di impatto, il sistema circolare progettato potrebbe rivelarsi estremamente utile anche nelle aree più isolate del nostro pianeta, o in quelle colpite dai cambiamenti climatici. Si tratta di un’alternativa concreta per nutrire comunità difficili da raggiungere e per garantire sostenibilità economica e ambientale nell’acquacoltura.