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Monitoraggio marino hi-tech: una rete neurale decifra i suoni della barriera corallina in tempo reale

Un gruppo di ricercatori ha effettuato il monitoraggio marino sulla barriera corallina: ecco quali sono stati i risultati 

Dei ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution hanno pubblicato uno studio sulla rivista JASA in merito al monitoraggio della barriera corallina. Il gruppo è riuscito a realizzare un particolare sistema che combina il monitoraggio acustico con una speciale rete neurale.

Lo scopo? Quello di identificare i suoni dei pesci e delle specie nella barriera corallina, comprendendo di quali tipologia di pesci si tratta. Finora era già disponibile un sistema simile.

Tuttavia, identificare i diversi pesci attraverso i suoni era una tecnologia già disponibile per gli scienziati. C’era però un grande problema finora: non era possibile analizzare velocemente i dati dal momento che l’analisi richiedeva un lungo e lento processo.

Come funziona invece il nuovo sistema? Ecco tutto quello che c’è da sapere a questo proposito, scoprendo tutte le informazioni su tale innovazione.

Monitoraggio marino, ecco come è stato rivoluzionato

Il monitoraggio marino è cambiato grazie ai ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution. Perché? Il processo di analisi dei dati grazie alla rete neurale di ultima generazione è stato automatizzato, analizzando i suoni in tempo reale con un’accuratezza pari a quella degli esperti umani, ma 25 volte più velocemente. Tale sistema elimina tutto il lavoro noioso che finora era sempre stato fatto dai ricercatori.

Questa tecnologia permette un monitoraggio rapido e su larga scala degli ecosistemi corallini, essenziali per la biodiversità marina ma sempre più minacciati dai cambiamenti climatici e dall’attività umana. Il sistema potrebbe avere anche applicazioni nel prossimo futuro. Perché? Perché potrebbe essere integrato in boe galleggianti e veicoli sottomarini autonomi per trasmettere aggiornamenti in tempo reale sui suoni dei pesci e mappare le aree di maggiore attività biologica.

Barriera corallina, la speranza per le specie a rischio potrebbe arrivare da una rete neurale (DepositPhotos) – MarineCUE

A cosa serve questa tecnologia?

A questo punto, qualcuno potrebbe chiedersi quale sia l’utilizzo di tale tecnologia. Un obiettivo futuro potrebbe essere quello di associare specifici suoni alle specie ittiche corrispondenti, migliorando la capacità di monitorare le popolazioni in tempo reale e identificare tempestivamente eventuali minacce alla loro sopravvivenza.

Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare la conservazione marina, offrendo una visione più chiara sulla salute dei reef. Infatti, secondo i ricercatori dello studio, questa rete neurale potrebbe servire per riuscire a identificare in anticipo quelle che sono le specie a rischio nella barriera corallina. Situazioni del genere potrebbero prevenire le specie ittiche ed evitare disastri di vario genere.

Claudio Vittozzi

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