Oceano Pacifico, hanno scoperto qualcosa di incredibile | C’è una riserva preziosa nascosta da secoli: ora inizia la corsa all’approvvigionamento

Illustrazione di un oceano (Shutterstock Foto) - www.marinecue.it

Illustrazione di un oceano (Shutterstock Foto) - www.marinecue.it

L’Oceano Pacifico è il più grande al mondo, e non è difficile fare nuove scoperte. Sembra che ci sia una riserva interessante.

Il Pacifico è un oceano immenso, pieno di misteri e scoperte affascinanti. Dai fondali inesplorati alle isole remote, ogni anno emergono nuove storie incredibili che ci fanno capire quanto ancora ci sia da conoscere.

Un esempio? La Fossa delle Marianne, il punto più profondo della Terra, dove gli scienziati hanno trovato creature strane e adattate a condizioni estreme, come pesci “trasparenti” e organismi bioluminescenti. E incredibilmente, anche tracce di plastica, segno che l’inquinamento arriva ovunque.

Poi ci sono le isole “fantasma”, come Sandy Island, segnata per anni sulle mappe tra Australia e Nuova Caledonia, finché nel 2012 una spedizione ha scoperto che… non esiste! Probabilmente era un errore cartografico tramandato per secoli.

E vogliamo parlare delle enormi strutture sottomarine scoperte vicino alle coste del Giappone? Alcuni credono siano resti di un’antica civiltà sommersa, altri pensano siano solo formazioni naturali.

Una scoperta interessante

Immagina di scoprire un tesoro nascosto nel profondo dell’oceano, uno di quelli che potrebbero cambiare le carte in tavola nel mondo della tecnologia. Ecco, è più o meno quello che è successo vicino all’isola di Minamitori, un territorio remoto del Giappone. Gli scienziati hanno trovato un deposito gigantesco di metalli rari, quei materiali fondamentali per costruire batterie, smartphone e tecnologie all’avanguardia. Una scoperta di quelle che fanno rumore.

E la tempistica non poteva essere migliore. Con le tensioni globali sui minerali critici sempre più forti, il Giappone ora ha una carta pesante da giocare. Poter estrarre questi metalli direttamente dal proprio territorio significa meno dipendenza dalle importazioni e un vantaggio strategico non da poco. Insomma, non si tratta solo di una miniera sottomarina, ma di un possibile game-changer per l’industria e la geopolitica.

Illustrazione di un giacimento (Pixabay FOTO) - www.marinecue.it
Illustrazione di un giacimento (Pixabay FOTO) – www.marinecue.it

Un tesoro importantissimo

Parliamo di numeri: il giacimento si estende su 10.000 chilometri quadrati di fondale marino e contiene circa 610.000 tonnellate di cobalto e 740.000 tonnellate di nichel. Per dare un’idea, queste quantità potrebbero soddisfare il fabbisogno del Giappone per decenni. E non è tutto: oltre a cobalto e nichel, ci sono anche altri minerali preziosi, tra cui terre rare essenziali per l’industria delle rinnovabili e della difesa. Insomma, un vero e proprio scrigno sommerso.

Ma ovviamente, c’è un problema: l’impatto ambientale. Estrarre queste risorse non è semplice e potrebbe avere conseguenze sugli ecosistemi marini. Il processo prevede l’uso di veicoli telecomandati che raccoglieranno i noduli metallici dal fondale, ma gli scienziati avvertono che potrebbe volerci un secolo per ripristinare gli equilibri della zona.