Attacchi di squali, nel 2024 sono calati del 22% rispetto al 2023

Gli attacchi di squali nel 2024 sono diminuiti del 22% rispetto all’anno precedente, segnando un calo significativo.

Quando si parla di squali, la prima immagine che viene in mente è spesso quella di un predatore feroce che nuota silenzioso in attesa della sua preda. Cinema e media hanno reso questi animali i “cattivi” per eccellenza degli oceani, ma la realtà è ben diversa. Gli squali sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema marino e, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno alcun interesse a mordere gli esseri umani. Eppure, ogni anno si registrano alcuni incidenti, spesso legati più alla sfortuna che a una reale intenzione aggressiva.

Capire il perché avvengano questi attacchi è un lavoro che gli scienziati portano avanti da anni. Il più delle volte si tratta di errori di valutazione da parte dello squalo: l’acqua torbida, il movimento frenetico dei bagnanti o la presenza di pesci in fuga possono spingere l’animale a mordere per “testare” l’ambiente. Alcune zone del mondo sono più soggette a questi incontri ravvicinati, soprattutto dove le temperature dell’acqua e la conformazione delle coste attirano molte specie di squali.

Negli Stati Uniti, per esempio, la Florida detiene un primato poco invidiabile: è la regione con il maggior numero di morsi registrati ogni anno. In particolare, la contea di Volusia è considerata la “capitale mondiale degli attacchi di squalo”. Questo perché lungo la costa nord-orientale si trovano numerosi giovani squali, ancora inesperti nel distinguere tra un surfista e un banco di pesci. Anche in Australia, Sudafrica e altre zone tropicali si verificano episodi simili, ma il rischio reale di essere morsi resta comunque molto basso rispetto ad altri pericoli del mare.

Infatti, se c’è una cosa che gli esperti continuano a ripetere è che il pericolo di essere attaccati da uno squalo è infinitesimale rispetto a quello rappresentato da correnti, onde anomale o altri fattori ambientali. Inoltre, con i progressi della ricerca e l’introduzione di nuove tecnologie per monitorare la presenza degli squali, il numero di attacchi potrebbe ridursi ancora di più nei prossimi anni.

I numeri degli attacchi nel 2024

Il 2024 è stato un anno particolarmente tranquillo per quanto riguarda gli attacchi di squali. Secondo i dati raccolti dall’International Shark Attack File, nel mondo si sono verificati soltanto 47 attacchi non provocati, un numero inferiore del 22% rispetto all’anno precedente, quando se ne erano registrati 69. Questo valore è ben al di sotto della media degli ultimi dieci anni, che si aggira intorno ai 70 episodi all’anno. Anche i casi mortali sono diminuiti: nel 2024 ci sono stati solo quattro decessi, un numero più basso rispetto agli anni passati.

Gli Stati Uniti restano il paese con più attacchi registrati, con 28 episodi confermati. La Florida, ancora una volta, guida la classifica con 14 morsi, di cui otto avvenuti nella contea di Volusia. L’unica vittima fatale negli Stati Uniti è stata una persona attaccata al largo delle coste di Oahu, nelle Hawaii, da uno squalo di specie non identificata. Anche l’Australia, che di solito è tra le aree più colpite, ha visto un anno tranquillo: nessuna vittima in incontri non provocati con squali.

Gli attacchi di squalo nel 2024 (Florida Museum foto) – www.marinecue.it

Dove e perché sono avvenuti gli attacchi

Gli studiosi ritengono che il calo degli attacchi potrebbe essere legato a una serie di fattori ambientali, tra cui cambiamenti climatici e variazioni nella distribuzione delle prede degli squali. Tuttavia, ci sono state alcune situazioni particolari, come quella avvenuta nella Florida Panhandle e a Padre Island, in Texas, dove si sono verificati più attacchi nello stesso giorno. In entrambi i casi, gli esperti ipotizzano che la presenza di banchi di pesci vicino alla riva abbia attirato gli squali in acque più basse del solito. Un picco di incontri si è verificato anche durante il weekend del 4 luglio, quando milioni di persone affollano le spiagge, aumentando la probabilità di un’interazione accidentale con questi predatori.

Al di fuori di Stati Uniti e Australia, sono stati registrati attacchi in dieci diversi paesi, tra cui Egitto, Belize, Bahamas, Thailandia e Mozambico. Un caso particolarmente insolito ha avuto luogo al largo del Sahara occidentale: una turista tedesca è stata morsa mentre nuotava accanto a un catamarano. Questo è stato il primo attacco di squalo mai documentato nella regione. Nonostante questi eventi, la comunità scientifica continua a ribadire che il rischio di un attacco resta bassissimo e che, con adeguate precauzioni, è possibile ridurlo ancora di più. Le ricerche proseguono per comprendere meglio il comportamento degli squali e trovare soluzioni che permettano a esseri umani e predatori marini di convivere senza problemi.

Furio Lucchesi

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