Sonno, alcuni animali non dormono quasi per niente: alcuni lo fanno solo per pochi secondi

Alcuni animali hanno la capacità di restare costantemente in allerta. I pinguini in particolare dormono pochissimo.

Il sonno dei pigoscelidi antartici, comunemente noti come pinguini dell’Antartide, rappresenta una delle strategie di adattamento più affascinanti osservate nel regno animale.

Durante la stagione di cova e cura dei piccoli, questi uccelli riescono a concludere micro-sonnellini della durata di appena quattro secondi!

Malgrado tale intervallo temporale possa apparire incredibilmente breve, esso consente loro di soddisfare il bisogno di riposo.

Approfondiamo dunque questo comportamento, che ha catturato l’attenzione di un team di ricercatori del Neuroscience Research Center di Lione, i quali hanno pubblicato i risultati della loro indagine su Science.

Animali super vigili

I dati, riportati anche dal portale National Geographic, suggeriscono che i pinguini possano accumulare fino a 11 ore di sonno al giorno, ma lo fanno organizzando il proprio riposo in brevi intervalli, guadagnandosi così il titolo di veri e propri “maestri del microsonno“. La dinamica del sonno dei pinguini è stata esaminata mediante l’impiego di dispositivi noti come biologger, simili a piccoli smartwatch, in grado di misurare l’attività fisica, le pulsazioni e l’attività cerebrale degli animali nel corso delle loro giornate.

Tale scoperta si inserisce in un contesto più ampio di ricerche sul sonno animale, che ha messo in luce diversi modelli di sonno intriganti, come nel caso degli elefanti marini, che si concedono brevi sonnellini anche mentre si trovano immersi in acqua, o dei tursiopi, che dormono, secondo National Geographic, in modalità emicerebrale alternata.

Famiglia di penguni (depositphotos.com) – www.marinecue.it

Una scelta strategica

La scelta di effettuare micro-sonnellini, in contrapposizione alle lunghe ore di sonno osservate in altre specie, sembra costituire una strategia adattativa che consente ai pinguini di bilanciare l’esigenza di riposo con la necessità di proteggere la prole. Le condizioni in cui questi uccelli si trovano durante la fase di cova non sono certo ottimali per un sonno profondo: la luce solare continua per 24 ore al giorno durante l’estate antartica, unitamente al rumore assordante e all’odore penetrante di ammoniaca e guano di pinguino, crea un ambiente stressante. Nonostante tali difficoltà, i pinguini sono in grado di nuotare anche per 120 chilometri al giorno!

L’idea del “microsonno” come strategia di breve termine non è esclusiva dei pinguini; anche negli esseri umani si verificano episodi di sonno brevissimo in situazioni di particolare stanchezza. Tuttavia, nel caso dei pinguini, tali momenti di sonno sembrano costituire l’unico modello di riposo durante la fase di cura della prole, e non è ancora chiaro se il medesimo comportamento venga attuato al di fuori di tali periodi specifici. Vedremo dunque come evolverà la ricerca in tale senso.

Serena Mancusi

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