Un vulcano sommerso al largo dei Campi Flegrei: la scoperta epocale

Nuova scoperta incredibile ai Campi Flegrei. La novità potrebbe cambiare il modo in cui vediamo questa zona.

Un vulcano sottomarino è stato scoperto nella zona dei Campi Flegrei. La scoperta è dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

La ricerca ha ottenuto la pubblicazione sulla rivista di settore Geomorphology. In quella zona abitano moltissime persone e sapere quali sono i fenomeni o l’attività dei vulcani è un aiuto per capire come dovranno muoversi i soccorsi o per disporre piani di evacuazione.

Tutto parte dalla ricerca sui fondali, che ha permesso di scoprire uno scenario inedito e di dare una risposta, anche se tutta ancora da approfondire, a com’era la zona migliaia di anni fa.

Come cambia la situazione dopo questa ricerca e come sono arrivati gli esperti a questa conclusione? Scoprilo ora!

Come sono arrivati alla scoperta

Gli scienziati hanno trovato delle anomalie magnetiche durante le analisi dei fondali. Le prime rilevazioni sono state effettuate nel 2022 con navi e aerei che hanno evidenziato le prime anomalie. Così hanno scoperto la presenza di una caldera di grandi dimensioni. Con questo termine si intende una cavità che si forma dopo un’eruzione. Il vulcano erutta, poi la camera magmatica – cioè la parte interna del vulcano dove si trovava la lava prima di eruttare – sprofonda e crea una conca, che è la caldera. La zona è soggetta a frane e smottamenti, così avere una mappatura completa di vulcani attivi e dormienti è uno strumento importante per gestire le emergenze e per capire come è cambiato il terreno nel corso dei secoli con questa attività vulcanica.

Infatti, nell’ambito della stessa ricerca, gli scienziati hanno scoperto una frana di vaste dimensioni, pari a circa 40 chilometri. L’estensione della frana è tale che gli esperti ipotizzano che all’epoca può aver causato uno tsunami. Questo fenomeno si presenta quando ci sono terremoti ed eruzioni sottomarini. I movimenti nei fondali marini generano un’ondata alta decine di metri, che va a invadere qualsiasi struttura trova sul suo cammino. La frana sarebbe avvenuta nella parte meridionale dell’isola di Ischia. Una frana di questa portata è stata scoperta per la prima volta con queste rilevazioni.

Campi Flegrei esterno (screenshot Rai/YouTube) – www.marinecue.it

Cosa succede ora

Gli scienziati dovranno approfondire gli studi su questa zona dove sono state riscontrate le anomalie. Infatti, oltre a capire come questi fenomeni sono avvenuti in passato, è importante scoprire i materiali di cui sono composti gli strati della frana. In più, non si sa ancora se queste strutture sono dormienti del tutto, oppure se potrebbero nascondere della lava. Infatti, gli strumenti di monitoraggio hanno permesso solo di capire l’esistenza di questi punti sottomarini.

Anche se l’area ha permesso agli scienziati di capire come avvengono questi fenomeni in generale, ora è importante avere un approccio che permette agli esperti di analizzare la situazione presente ai Campi Flegrei. Lo studio è anche importante perché ha evidenziato dei lineamenti magnetici che corrispondono alle faglie già conosciute. Il monitoraggio sui fondali prosegue per capire se ci sono altri vulcani dormienti o no e se il territorio ha altre anomalie magnetiche oltre quelle già riscontrate.

Annarita Faggioni

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