Nave a propulsione nucleare in navigazione (screenshot Geopop/YouTube) - www.marinecue.it
Rivoluzione nei trasporti marittimi: le navi a propulsione nucleare promettono efficienza e sostenibilità. Scopri i dettagli.
Le navi a propulsione nucleare possono diventare il futuro della nautica. A dirlo è il portale Splash.com, che evidenzia le nuove criticità che emergeranno nel futuro e come una nave dotata di motore nucleare è in grado di rispondere a questi problemi.
In più, ci si deve chiedere anche come funzionerà la gestione di queste navi e le caratteristiche dell’equipaggio di bordo. A oggi le navi a propulsione nucleare si usano dove ci sono barriere naturali come i ghiacci dell’Artico.
Gli usi sono commerciale, militare e di ricerca scientifica. Come potrebbero essere queste navi nel futuro e quali innovazioni si potranno trovare a bordo?
Il modello di riferimento è tra 10/15 anni, ma è sufficiente per pregustare come saranno queste imbarcazioni per appassionati della nautica.
Al momento le navi commerciali usano ancora il petrolio come combustibile preferito. Questo materiale fossile e inquinante presenta alcuni vantaggi, come la possibilità di avere un magazzino di rifornimento e di rendere più veloci le operazioni di carico e scarico, aspetto da non sottovalutare in navi che trasportano merci lavorate o semilavorate. Le navi portacointainer hanno anche una stazza non indifferente, così diventa difficile pensare a un motore unico e solo elettrico per poter gestire la navigazione. Il petrolio, però, oggi non è più una scelta percorribile.
Se le navi a propulsione nucleare devono essere pronte tra 10 anni, però, è necessario pensare alla loro progettazione ora. In più, queste navi si basano su reattori nucleari che si devono progettare, creare e predisporre alle esigenze di una nave. Un mondo da ripensare, ben lontano dai sottomarini della Seconda Guerra Mondiale o della Guerra Fredda, per quanto ancora validi in alcuni casi. Per gestire questi reattori a bordo servono ingegneri specializzati nell’equipaggio a stretto contatto con il comandante. In più, è fuori discussione usare il caro vecchio e pericoloso uranio impoverito. Anche il rifornimento di combustibile deve essere calibrato di conseguenza, con personale esperto nella sicurezza e nella gestione di questi materiali.
A queste criticità che emergono dalla modalità e dalle caratteristiche vive della nave a propulsione nucleare, ci sono le questioni internazionali da risolvere e gestire. Infatti, le navi nucleari si possono utilizzare anche a scopo militare. Questo vuol dire che questo tipo di imbarcazione non dovrebbe essere sotto il controllo di un solo Paese, o almeno dovrebbe seguire norme create da enti internazionali, come possono essere l’ONU o la NATO per fare degli esempi pratici. Anche in ambito commerciale, sono pochi i magnati che si possono permettere una nave di queste dimensioni per le necessità logistiche. Ci sono due soluzioni in merito: o c’è un consorzio internazionale di realtà che sono comproprietarie di una nave di questo tipo – e allora serve un referente o un responsabile in caso di emergenza – oppure queste imbarcazioni potrebbero essere sotto il controllo di multinazionali.
L’alternativa potrebbe essere un contratto di locazione basato su un affare specifico. In ogni caso serve personale addestrato e competente nella gestione. Infatti, queste strutture hanno un ciclo di vita energetica più a lungo nel tempo, proprio per evitare rifornimenti potenzialmente pericolosi. I cantieri dovranno adeguarsi alla riparazione. Una volta risolte queste problematiche, non c’è motivo apparente per cui non pensare a questa scelta tecnologica per il futuro, con tutta la dotazione che consentirà il 2030 e oltre.
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