Italia, ancora allarme per specie aliene | Questa volta è la Calabria ad insorgere: ‘Si tratta di una catastrofe senza paragoni’

Pesci in mare

Pesci in mare (Depositphotos) www.marinecue.it

E’ una delle regioni d’Italia con la più alta concentrazione di specie e habitat naturali, ma tutto ciò è minacciato dalle specie aliene.

In Calabria, la diffusione di specie aliene rappresenta una crescente minaccia sia per gli ecosistemi terrestri che marini. Questi organismi, introdotti accidentalmente o intenzionalmente dall’uomo, possono alterare gli equilibri naturali, competendo con le specie autoctone.

Nell’ambiente terrestre calabrese, una delle specie aliene più invasive è l’ailanto (Ailanthus altissima), un albero originario della Cina che si sta diffondendo rapidamente, soffocando la vegetazione nativa. Anche la nutria (Myocastor coypus) rappresenta un problema per gli ecosistemi fluviali.

In mare, una delle specie aliene più preoccupanti riguarda alcuni pesci, originari perlopiù dell’Indo-Pacifico, il cui arrivo nel Mediterraneo è stato facilitato dall’innalzamento delle temperature. 

La gestione delle specie aliene in Italia richiede azioni mirate, tra cui monitoraggio, sensibilizzazione e, ove possibile, interventi di eradicazione.

L’impatto delle specie aliene sui mari calabresi

L’invasione di specie aliene rappresenta una seria minaccia per l’ecosistema marino calabrese. Silvio Greco, biologo e vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dorhn, ha recentemente posto l’accento su questo problema durante l’inaugurazione del Parco Marino Costa degli Dei a Vibo Valentia. Greco ha sottolineato come oltre 1.200 specie aliene, prevalentemente migranti residenziali provenienti dal Canale di Suez, hanno colonizzato i mari italiani, alterando gli equilibri naturali.

Tra le specie più pericolose figura il pesce scorpione, un predatore con un’elevata capacità riproduttiva, già avvistato in Sicilia nel 2017 e di recente anche nel Mar Ionio calabrese, con 36 segnalazioni. Il pesce scorpione non solo è tossico, ma rappresenta una minaccia diretta alla biodiversità locale, predando intensamente molte specie autoctone. Greco ha suggerito un approccio pratico per contenere questa invasione: promuovere il consumo di questo pesce, come già fatto con le meduse in Giappone, per ridurre la sua proliferazione nei mari italiani.

Illustrazione di un pesce scorpione (Depositphotos)
Illustrazione di un pesce scorpione (Depositphotos FOTO) – www.marinecue.it

Quali sono le cause

Oltre all’invasione delle specie aliene, la crisi climatica sta aggravando la situazione nei mari italiani e calabresi. Greco ha evidenziato la gravità della crisi, osservando come le assicurazioni non coprono più i rischi ambientali, segnale che il cambiamento climatico non è più solo un’ipotesi. A questo si aggiunge l’inquinamento da microplastiche: secondo dati recenti, i mari italiani contengono 139.000 frammenti di plastica galleggiante per chilometro quadrato, con fino a 80 milioni di frammenti sul fondale, che inevitabilmente entrano nella catena alimentare umana.

Per fronteggiare queste minacce, Greco auspica un aumento delle aree protette marine e terrestri, obiettivo in linea con i piani dell’Unione Europea per il 2030. Ha anche difeso l’energia eolica offshore come una risorsa energetica sostenibile e sicura, che, a distanza dalle coste, non causa danni significativi agli ecosistemi e fornisce un’alternativa alle fonti di energia più impattanti.