Categories: Curiosità

Un nuovo studio fa luce sul movimento delle tartarughe appena nate

Le piccole tartarughe appena nate nascondevano un segreto che è stato svelato con una recente ricerca, e vi lascerà a bocca aperta.

Le tartarughe sono creature affascinanti che popolano i mari, le coste e le terre emerse del nostro pianeta da oltre 200 milioni di anni. Con un corpo adattato per la vita acquatica, la loro caratteristica più distintiva è il guscio, una struttura rigida che offre protezione contro i predatori e le condizioni ambientali. Questi “rettili” sono distribuiti in tutto il mondo, ma si trovano maggiormente in regioni tropicali e subtropicali. Le tartarughe marine, in particolare, sono celebri per le loro migrazioni epiche, che possono coprire migliaia di chilometri tra i luoghi di nidificazione e le aree di alimentazione.

Le tartarughe depongono le uova sulla sabbia delle spiagge, dove le piccole tartarughe nascono e, spesso in un istinto collettivo, si avviano verso il mare per intraprendere un viaggio di sopravvivenza. Queste neoteniche, chiamate comunemente tartarughine, affrontano numerosi pericoli durante il loro percorso verso l’acqua, inclusi predatori naturali e minacce ambientali. La ricerca sul loro comportamento e sulle loro migrazioni è fondamentale per comprendere meglio le dinamiche di queste specie e proteggere i loro habitat, soprattutto in un contesto di cambiamento climatico e perdita di biodiversità. Uno studio recente ha gettato nuova luce su questi movimenti cruciali, rivelando ulteriori dettagli sul comportamento delle tartarughe appena nate.

Nuove scoperte sul comportamento delle tartarughe neonate

Un recente studio ha rivelato dettagli affascinanti sul comportamento delle tartarughe neonate durante il periodo che intercorre tra la schiusa delle uova e la loro emersione dalla sabbia. La ricerca, condotta dai ricercatori della UNSW, ha dimostrato che le tartarughine di mare non “scavano” per emergere, come si pensava in precedenza, ma piuttosto “nuotano” attraverso la sabbia. Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per la conservazione delle popolazioni di tartarughe, che sono in declino in tutto il mondo.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings B e ha utilizzato un dispositivo innovativo chiamato accelerometro. Questo strumento ha permesso agli scienziati di ottenere informazioni preziose sul comportamento delle tartarughe neonate mentre emergono dai loro nidi, un processo che avviene a una profondità di 30-80 cm nel terreno. Fino a questo studio, le informazioni sui primi giorni di vita delle tartarughe erano limitate, poiché il loro viaggio avviene sottoterra e sfuggente agli osservatori.

Tartarughe marine sulla spiaggia (Pixabay FOTO) – www.marinecue.it

Un metodo innovativo per studiare le tartarughe

Gli scienziati hanno impiegato accelerometri miniaturizzati per monitorare le tartarughe appena nate. Questi dispositivi, che misurano i cambiamenti di velocità e direzione, sono stati applicati per la prima volta in questo contesto. La ricerca è stata condotta sull’Isola Heron, un sito di nidificazione per le tartarughe verdi nella Grande Barriera Corallina australiana. Gli scienziati hanno atteso circa 60 giorni per il completamento dello sviluppo delle uova e, tre giorni prima della schiusa, hanno installato un dispositivo di rilevamento delle schiuse vicino a dieci nidi.

Dopo che le uova hanno schiuso, i ricercatori hanno accuratamente estratto le tartarughine dal nido e fissato un accelerometro su di esse. Da questo punto in poi, hanno monitorato il movimento delle tartarughe mentre si dirigevano verso la superficie della sabbia. I dati raccolti hanno mostrato che le tartarughine mantenevano una posizione verticale, muovendosi in modo sorprendente e con un movimento di “nuoto” piuttosto che di scavo.

I risultati di questo studio indicano che è essenziale monitorare i fattori che influenzano il comportamento delle tartarughine e il loro successo di emergenza. La ricerca ha aperto nuove vie di indagine, suggerendo che potrebbero esserci legami importanti tra le condizioni ambientali e il comportamento di emergenza delle tartarughine. Con queste nuove informazioni, si spera di migliorare le pratiche di conservazione e garantire un futuro migliore per queste affascinanti creature marine.

Mattia Paparo

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