È un mostro tropicale enorme | Sta seminando il panico nei mari italiani: a rischio l’ecosistema e la salute di tutti

Pesci (Pixabay foto) - www.marinecue.it
L’arrivo di nuove creature marine minaccia gli habitat locali e la salute delle comunità costiere.
Le specie alloctone e aliene sono organismi introdotti in un ambiente al di fuori del loro habitat naturale. Questo fenomeno può avvenire sia in modo intenzionale, attraverso attività umane come l’acquacoltura o il commercio, sia involontariamente, ad esempio tramite il trasporto marittimo. L’introduzione di queste specie può avere conseguenze drammatiche sugli ecosistemi, poiché spesso non hanno predatori naturali nei nuovi ambienti e possono proliferare rapidamente.
Le specie aliene possono competere con le specie locali per le risorse, alterando le dinamiche ecologiche e mettendo a rischio la biodiversità.
Inoltre, alcune di queste specie possono portare con sé patologie, rappresentando un rischio per la salute umana e la sicurezza alimentare.
La presenza di specie aliene richiede una cooperazione internazionale per prevenire ulteriori introduzioni e mitigare gli impatti già in atto. Solo attraverso la sensibilizzazione e la ricerca scientifica sarà possibile affrontare efficacemente questo problema crescente nei mari italiani e nel resto del mondo.
L’emergere del Vermocane nell’arcipelago toscano
Negli ultimi anni, il riscaldamento delle acque marine ha portato a cambiamenti significativi nella distribuzione delle specie nel Mediterraneo. Alcune specie autoctone subtropicali stanno progressivamente migrando verso nord, e questo spostamento può trasformarle in specie invasive in ambienti che non sono adatti alle loro caratteristiche ecologiche. Tra queste nuove presenze c’è il Vermocane, noto anche come “Verme di fuoco” (Hermodice carunculata), che ha iniziato a colonizzare le coste della Toscana, dove non era mai stato avvistato prima. In Italia, questo anellide marino era tipico delle coste ioniche e dell’Adriatico meridionale.
Il Vermocane è un grande anellide che può raggiungere i 70 cm di lunghezza e possiede una caratteristica pericolosa: è urticante. Se toccato, può iniettare una tossina capace di causare bruciore, eritema e parestesia negli esseri umani. Le categorie più a rischio sono subacquei, pescatori e bagnanti che frequentano le zone rocciose, rendendo la sua presenza un potenziale problema per la salute dei visitatori e degli abitanti della costa.

Monitoraggio e impatti del Vermocane
La diffusione del Vermocane nell’Arcipelago Toscano è allarmante, poiché pare non avere predatori naturali nella regione. Le prime segnalazioni risalgono al 2014, ma nel corso degli anni il numero di avvistamenti è aumentato, estendendosi fino all’isola delle Formiche di Grosseto. Per monitorare la situazione, è stato attivato un progetto di citizen science che coinvolge subacquei, pescatori e bagnanti. Chiunque avvisti un Vermocane può segnalare la sua presenza tramite la pagina Facebook dedicata, fornendo fotografie e dettagli sull’avvistamento.
Raccogliere dati sulla distribuzione e sull’abbondanza del Vermocane è cruciale per comprendere i potenziali impatti sugli ecosistemi costieri. Le informazioni raccolte non sono solo di interesse accademico; esse sono fondamentali per sviluppare strategie di gestione efficaci e proteggere il nostro mare. La collaborazione della comunità è stata vitale, come sottolineato da esperti che hanno visto un aumento significativo delle segnalazioni, passando da 218 nel 2021, il doppio rispetto agli anni precedenti.