Ingegneria Navale

La rivoluzionaria proposta dell’ICS per la navigazione a zero emissioni

Nel contesto di un impegno globale crescente verso la sostenibilità ambientale, il settore marittimo si trova a un bivio decisivo. La recente iniziativa della International Chamber of Shipping (ICS) segna un passo avanguardistico verso il futuro della navigazione a zero emissioni. Attraverso una proposta dettagliata presentata all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), l’ICS propone la creazione di un Fondo per la Navigazione a Zero Emissioni, un’idea innovativa che promette di rivoluzionare l’industria.

Navigazione a zero emissioni: un fondo per il futuro

Al centro dell’iniziativa dell’ICS vi è la volontà di affrontare con urgenza la necessità di soluzioni praticabili per raggiungere ambiziosi obiettivi di zero emissioni nette. La proposta si basa su contributi obbligatori calcolati sulle emissioni di gas serra (GHG) delle navi, con l’obiettivo di raccogliere miliardi di dollari all’anno. Questa iniziativa, sostenuta dai governi di Bahamas e Liberia, due delle maggiori amministrazioni di Stato di bandiera al mondo, si ispira al concetto di “feebate” proposto dal Giappone e gode del supporto degli Stati dell’UE all’IMO per un sistema di contributo globale basato su una tariffa fissa.

Trasparenza e responsabilità

La proposta aggiornata dell’ICS introduce una struttura per garantire trasparenza e responsabilità sull’utilizzo dei fondi raccolti, inclusa l’allocazione di fondi per lo sviluppo nei paesi in via di sviluppo. Guy Platten, Segretario Generale dell’ICS, sottolinea l’importanza di una transizione verso la navigazione a zero emissioni che sia veramente globale, evidenziando la necessità di un meccanismo globale di prezzazione delle GHG per la navigazione che de-rischi l’investimento in carburanti marini a zero GHG e fornisca miliardi di dollari di fondi a sostegno dei paesi in via di sviluppo.

Navigazione a zero emissioni: una svolta entro il 2030?

L’ICS avverte che, senza un punto di svolta nella produzione e nell’adozione di carburanti marini a zero GHG entro il 2030, sarà difficile raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. La proposta include il supporto alla produzione di carburanti marini a zero o quasi zero emissioni di GHG e l’implementazione di nuova infrastruttura di bunkeraggio nei porti dei paesi in via di sviluppo, oltre a finanziare la formazione sull’uso sicuro dei nuovi carburanti.

Un impatto valutato

Un’analisi dettagliata condotta da Clarksons Research per l’ICS evidenzia che una tariffa di contributo che aggiunga un costo compreso tra 20 e 300 dollari USA per tonnellata di olio combustibile consumato non avrebbe impatti negativi sproporzionati sulle economie nazionali in termini di prezzi dei carichi consegnati. Per raggiungere l’obiettivo dell’IMO che il 5-10% dell’energia utilizzata dalla navigazione provenga da fonti a zero o quasi zero GHG entro il 2030, il costo per ridurre il divario di costo con l’olio combustibile convenzionale e premiare l’adozione accelerata di carburanti alternativi sarebbe compreso tra 5 e 10 miliardi di dollari all’anno.

L’approvazione del Fondo per la Navigazione a Zero Emissioni rappresenterebbe un traguardo storico per il settore marittimo internazionale. Con il sostegno degli Stati membri dell’IMO, questa proposta potrebbe non solo facilitare la transizione verso una navigazione sostenibile, ma anche fungere da modello per altri settori nella lotta contro il cambiamento climatico. L’industria della navigazione si trova quindi di fronte a una opportunità unica per dimostrare leadership e impegno verso un futuro più verde e sostenibile.

Redazione

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