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Squalo della groenlandia trovato morto di meningite in Cornovaglia

Uno squalo della groenlandia è stato trovato morto sulle spiagge della Cornovaglia a marzo di quest’anno. Già questa notizia è abbastanza per fare notizia. Infatti questo squalo è uno degli squali meno conosciuti del mondo, per via del suo habitat. Infatti, abita le profondità dei mari artici. Di conseguenza, è sempre un evento quando uno di questi squali viene trovato sulle spiagge.

Uno squalo della groenlandia a Nunavut, Groenlandia. Fonte: Wikimedia Commons

Lo squalo della groenlandia

Lo squalo della groenlandia, come è stato già presentato, non è uno degli squali più conosciuti dai naturalisti e dai biologi, in virtù del proprio habitat. Infatti, abita gli oceani artico e atlantico del nord, anche se l’università della florida ne ha trovato uno nel golfo del Messico nell’agosto del 2013. Questi squali preferiscono le acque fredde delle profondità oceaniche con temperature comprese tra 0 e 12°C. Infatti, presentano una marcata migrazione verticale giornaliera per spostarsi dalle zone di acqua più calda a quelle di acqua più fredda. Anche durante l’anno, vi sono delle cospicue migrazioni in direzione verticale, ma non così spinte in distanza. Infatti, è uno degli squali con la nuotata più lenta. La sua velocità di crociera è attorno ai 2 km/h. Inoltre ha uno dei più bassi ratei di battito di coda nel regno animale.

Inoltre, è noto per essere forse il vertebrato più longevo del mondo. Infatti, è stato registrato che gli squali della groenlandia possono vivere fino a 400 o 500 anni. Il motivo della sua lentezza e della sua longevità è da ricercare nel suo metabolismo molto lento. Infatti, lo squalo della groenlandia, come gli altri squali, è un animale ectotermo. Questo significa che prende il calore corporeo dall’ambiente circostante. L’ambiente in cui questo squalo vive è però un ambiente molto freddo, di conseguenza lo squalo ha un metabolismo molto lento.

La carne dello squalo della groenlandia, pur essendo consumato dagli islandesi, è tossica. Prima del consumo va trattata, attraverso la fermentazione. La tossicità della carne si spiega dalla alta quantità di azoto nel sangue dello squalo per via del suo habitat, che porta alla formazione della Trimetilammina-N-Ossido nella sua carne.

La morte dello squalo della groenlandia

La notizia della scoperta della carcassa dello squalo della groenlandia è stata già da sola una notizia abbastanza importante. Questo squalo è un esemplare femmina della specie, di età attorno ai 100 anni. L’esemplare di squalo della groenlandia è stato trovato su una spiaggia vicino al porto di Newlyn, nella punta occidentale della Cornovaglia. Lo squalo viene considerato ancora uno squalo giovane, in virtù della longevità di questa specie, infatti, la durata media della vita di questo squalo è di 400 anni. L’autopsia di questo esemplare dello squalo della cornovaglia è stata effettuata dal Cornwall Marine Pathology Team. Durante l’autopsia, il liquido attorno al cervello è stato trovato offuscato, e il cervello sembrava “scolorito e congestionato”. Nel fluido è stato trovato un batterio che si pensa abbia provocato la meningite nell’esemplare.

Lo squalo della groenlandia spiaggiato in Cornovaglia. Fonte: Cornwall Marine Pathology Team

Secondo uno studio condotto dalla società zoologica di Londra, programma per lo studio dello spiaggiamento dei cetacei, lo stomaco dello squalo aveva della sabbia, e presentava ferite sulle pinne. Di conseguenza, si può avere una ragionevole certezza che lo squalo fosse ancora vivo prima di spiaggarsi. La spiegazione che gli scienziati hanno utilizzato per spiegare questo fenomeno così fuori dal comune è stato che la malattia abbia spinto lo squalo della groenlandia fuori dal suo habitat, e che di conseguenza si sia perso e sia finito sulla spiaggia.

L’importanza del ritrovamento

La scoperta dello squalo è stata particolarmente importante per ottenere nuove informazioni sullo squalo della groenlandia. Inoltre, è stata la prima istanza ritrovata di uno di questi squali morti di malattia. Di conseguenza, è utile per comprendere la resistenza e il sistema immunitario di questi animali. È però importante notare come non si sia sicuri se questa malattia provenga dallo stress delle attività antropiche sull’oceano o se è semplicemente un esemplare malato come ce ne sono tanti che non sia mai stato trovato prima.

Alessandro Mantani

Sono uno studente di ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano. Appassionato di tutto il mondo marino sin da piccolo, dalle barche a vela di piccole dimensioni alle gigantesce petroliere.

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