Guerra Russia-Ucraina

Sottomarino russo nel Mediterraneo: il battello nucleare è già in Sicilia

Un sottomarino russo nel Mediterraneo genera preoccupazione presso le nazioni che affacciano sul mare. Temono soprattutto quei Paesi che appartengono alla NATO. Il battello, noto col nome di “Squalo”, è il mezzo attraverso cui la marina russa spia le mosse delle forze navali europee.

Il conflitto tra la Russia e l’Ucraina ancora appare lontano dal cessare e intanto vediamo crescere la preoccupazione che le cose possano drammaticamente peggiorare. La presenza di mezzi navali russi nel Mediterraneo porta alle stelle la già alta tensione tra le maggiori potenze mondiali.

Il sottomarino russo nel Mediterraneo non è solo

La NATO ha scoperto un sottomarino russo nel Mediterraneo scortato da una flotta di mezzi militari. Plausibile è che la Russia voglia conoscere i movimenti delle nazioni NATO. Per raggiungere lo scopo, la marina russa ha inviato una flotta in ricognizione. Seguono il battello una coppia di caccia, due fregate ed una corvetta. Oltre a queste navi, naviga una coppia di sottomarini convenzionali con i due pericolosissimi incrociatori classe Slava.

Non è una coincidenza, dato che i Paesi alleati proseguono le loro esercitazioni. Proprio in questi giorni abbiamo visto impegnate le tre portaerei Charles De Gaulle, Truman e Cavour a largo di Taranto. A questo punto è lecito ricordare che gli incrociatori classe Slava guadagnarono la fama di “killer di portaerei”. È chiaro che Vladimir Putin non esclude l’ipotesi di scontrarsi con l’Europa e vuole tenersi pronto nell’eventualità che il conflitto si allarghi.

Squalo è il nome del sottomarino russo nel Mediterraneo

Si chiama Squalo il sottomarino nucleare avvistato ed appartiene alla classe Akula. Raggiunge i 110 metri in lunghezza e si serve di un reattore nucleare a fissione per produrre potenza. Per le sue considerevoli dimensioni è soprannominato “il megalodonte nel Mediterraneo”. Al momento i sottomarini nucleari sono insuperabili potendo potenzialmente navigare in immersione anche per anni, questo perché l’energia immagazzinata è enorme.

Accompagnano il sottomarino russo nel Mediterraneo altre navi. Non meno di 10 mezzi militari sono stati avvistati con l’intento di scortare il sottomarino che intanto naviga presso le coste siciliane. Purtroppo la presenza della flotta russa, anche se limitata a missioni di monitoraggio, è una minaccia da non sottovalutare. L’insieme di navi e sottomarini, scelti ad hoc, già da soli possono fare danni enormi e difatti bastano per fare pressione sull’Europa.

Quali rischi corriamo con la flotta russa sull’uscio di casa?

Un sottomarino nucleare non per forza è armato con testate nucleare. Dalle fonti sappiamo che Squalo è sprovvisto di testate nucleari. Ricordiamo poi che le navi militari navigano da sempre in acque non nazionali pur senza scopi ostili.

Come già abbiamo scritto, però, vale la pena riflettere sul fatto che le esercitazioni di questi giorni non hanno lo stesso sapore di quelle svolte in tempo di pace. L’Europa è una polveriera pronta ad esplodere, ormai lo sappiamo tutti. Le forze navali continuano a svolgere le loro attività ma si guardano con sospetto. Esse sono pronte ad agire da un momento all’altro: le basi NATO nel Mediterraneo sono fondamentali per l’Europa e questo lo sanno anche i russi.

Un sottomarino classe Akula in navigazione (US Navy photo)

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Un gruppo di manifestanti contrari alla guerra in Ucraina ha lanciato insulti e pietre contro la Marina Militare italiana. Il gesto, senz’altro da condannare, è frutto della paura. Tutti noi difatti temiamo che da un momento all’altro scoppi una terza grande guerra, chi più e chi meno. L’eccessivo timore può però portare a gesti insensati e ciò che è accaduto è un evidente esempio di assurdo: un gruppo di pacifisti ha agito in maniera violenta.

Il Dilbar, lo yacht del magnate russo Alisher Usmanov, nei cantieri navali Lürssen, parte dei cantieri Blohm & Voss, sembrerebbe essere stato sequestrato nei giorni scorsi. Il motivo sarebbe da ricercare nell’applicazioni delle sanzioni alla Russia richieste dall’Unione Europea in seguito all’invasione dell’Ucraina. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, i cantieri Blohm & Voss si dichiarerebbero estranei alla vicenda.

Christian Cione

Studente magistrale di Ingegneria Navale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Scrivo articoli inerenti allo scenario marittimo e cantieristico internazionale con maggiore attenzione verso tematiche ambientali e militari.

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Christian Cione

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