Operazione di bunkeraggio in mobilità
Gasolio Navale Verde: questo il nome del nuovo combustibile sintetico utilizzato per la prima volta a bordo delle navi della Marina Militare Italiana. Non più HFO (heavy Fuel Oil) o MDO (Marine Diesel Oil) ma un nuovo diesel facente parte di combustibili bioderivati nell’ambito della nuova campagna di sperimentazione di combustibili alternativi, che vede anche la collaborazione della US Navy.
Il green diesel è un combustibile composto dal 50% di prodotto sintetico di origine rinnovabile, sotto l’egida della NATO. Questa quota sintetica (denominata HRF-76, Hydrogenated Renewable Fuel) è prodotta nello stabilimento italiano ENI di Porto Marghera: la rivoluzionaria tecnica utilizzata (Econfining) consente di ottenere un combustibile dalle caratteristiche chimico-fisiche molto simili ai combustibili di origine fossile.
Per poter implementare l’utilizzo di questo nuovo diesel, non sono state necessarie sostanziali modifiche degli impianti di bordo e le prime unità alimentate da questo nuovo tipo di combustibile sono state nave Duilio, Cavour, il sommergibile Gazzana e nave Maestrale, durante una lunga esercitazione.
Con questo progetto Verde, la Marina Militare pone le basi per impiegare su larga scala i carburanti ricavati da fonti rinnovabili. L’impiego del Gasolio Navale Verde consentirà, oltre a una minore dipendenza energetica dal petrolio, di ridurre fino al 26% le emissioni di anidride carbonica e di polveri sottili, contribuendo a raggiungere gli standard richiesti dall’Unione Europea sul contenimento delle emissioni dei gas serra.
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